SIDDHĀSANA

la Siddhāsana (posizione perfetta), è una delle āsana più decantate nei testi tradizionali dello Hatha Yoga (Hatha Yoga Pradīpikā, Gheranda Samhitā, Śiva Samhitā ecc…). È considerata tradizionalmente un’āsana di medio livello dal praticante di yoga, ma la reale difficoltà di quest’āsana, come per la Padmāsana (v.) ed ogni āsana di medio livello, è legata a quanto viene assunta e mantenuta nel tempo. È tradizionalmente considerata una tra le āsana più potenti per praticare i prānāyāma (esercizi respiratori la cui funzione è quella di gestire, canalizzare e controllare il proprio prāna), i bandha (esercizi eseguibili dalle āsana classiche per un’azione più profonda a livello dei 7 cakra), i mudrā (esercizi più o meno complessi che possono essere sia fatti solo con le mani e sia essere la combinazione di alcuni bandha, āsana e prānāyāma) e raggiungere la concentrazione (dhāranā) necessaria a qualsiasi stato meditativo (dhyāna). Come tutte le āsana ha la funzione di sigillare, attivare e canalizzare il prāna che si concentra in determinati punti marma (centri energetici minori), convogliando la necessaria energia vitale (prāna) nei centri energetici maggiori o mahāmarma, più comunemente conosciuti come cakra, centri fondamentali nella vita di ognuno e intensamente coinvolti in ogni reale stato meditativo (dhyāna). La Siddhāsana, nel caso specifico, stimola e attiva due importanti punti marma collegati allo Svādhishthāna cakra (il 2° partendo dal basso) che corrisponde (a livello fisico) anteriormente al pube (circa 3 cm sotto l’ombelico) e posteriormente alle vertebre sacrali. Ogni punto marma (ve ne sono centinaia) è collegato energeticamente ad uno dei 7 Cakra attraverso una dipendenza totale. Le āsana tradizionali, quando svolte correttamente, sono in grado di sigillarne e stimolarne diversi, favorendo nell’individuo differenti disposizioni e controlli necessari alla parte meditativa. La Siddhāsana, in particolare, è un’āsana molto efficace, ad esempio, nel canalizzare l’energia sessuale per ottenere un maggiore controllo delle funzioni sessuali o per dirigere questa potente energia verso l’alto (nei cakra superiori) trasmutandola, quando possibile, per scopi spirituali. Questo avviene perché sigilla dei marma specifici (impedendo al prana di disperdersi all’esterno) e attiva automaticamente un bandha, il mūlabandha e un mudrā, il vajiroli mudrā, due importanti esercizi yoga che hanno la funzione di dirigere gli impulsi nervosi sessuali attraverso il midollo spinale fino all’encefalo. Per questo motivo veniva praticata nell’antichità e ancora oggi dal brahmacārin, ovvero colui che pratica il brahmacarya, uno dei quattro stadi di vita (āshrama) dell’uomo, secondo la tradizione Hindu, che comprende anche il controllo dell’energia sessuale con il fine, successivamente, di conservarla e trasformarla, attraverso pratiche adeguate, in energia interna (ojas) utile alla meditazione, dove quest’ultima è il fuoco e l’ojas il combustibile. La Siddhāsana (insieme ai bandha, ai mudrā e ai kriyā specifici) viene praticata per lungo tempo anche dai tantrika uomini, coloro che praticano il Tantra (v.) per favorire un controllo maggiore nel ritardare l’eiaculazione così da stimolare il raggiungimento dell’orgasmo nelle donne, aspetto fondamentale, secondo il Tantra, affinché il rapporto sessuale (maithuna) vada a buon fine. In ogni caso Siddhāsana è una tra le più potenti posture classiche (insieme a Padmāsana (v.) e in misura minore Swashtikāsana) per praticare prănāyāma, bandha, mudrā, pratyāhāra (ritiro dei sensi dall’esterno all’interno), dhāranā (corretta concentrazione) e infine dhyāna (meditazione). Questa è un’āsana che non dovrebbe essere praticata o praticata sotto la supervisione di un tecnico esperto, da chi ha problemi alle vertebre sacrali con o senza infiammazione dei rispettivi nervi. È un’āsana che, quando svolta correttamente e per più di 5 minuti consecutivi, ha un potente effetto rilassante sull’intero sistema nervoso.